Geotermico

La geotermia è forse una tra le fonti di energia rinnovabile meno conosciuta: recuperare energia dal sottosuolo può sembrare un’impresa titanica, non adattabile alle piccole esigenze domestiche, ma non è così.

Per arrivare a comprendere le possibilità di sfruttamento dell’energia dal sottosuolo, meglio chiarire un punto fondamentale: esistono due metodi distinti per sfruttare la geotermia. Il primo, forse più conosciuto, sfrutta il calore della crosta terrestre per produrre energia elettrica attraverso l’utilizzo di turbine a vapore. Questo procedimento può avvenire solo in zone geograficamente idonee, in cui le alte temperature arrivano a coinvolgere lo strato più superficiale della crosta terrestre.

Un secondo metodo invece, detto a bassa entalpia, utilizza il sottosuolo in qualità di serbatoio, da cui estrarre calore in inverno e in cui versare quello in eccesso nei mesi estivi. In questo senso la geotermia “a bassa temperatura” consente un utilizzo più esteso e comune: con l’installazione di pompe di calore e sonde, ossia di impianti geotermici di secondo tipo, qualsiasi edificio (case, uffici, aziende, stabilimenti industriali) in qualsiasi posizione geografica si trovi, può beneficiare di un riscaldamento e raffreddamento a emissioni quasi zero.

Il sistema è piuttosto semplice: le sonde geotermiche sono di fatto dei tubi interrati nei quali viene immesso un liquido termo conduttore. È questo liquido che durante l’inverno assorbe calore dal terreno e lo trasferisce all’edificio interessato dall’impianto, mentre d’estate inverte il procedimento: questa volta le sonde assorbono calore dall’edificio per rilasciarlo nel sottosuolo.

La I.T.I.C.I. è esperta anche i questo, con la realizzazione di diversi impianti geotermici ad alta efficienza e a bassissimo impatto ambientale.